Il calendario giapponese, spiegato in modo semplice

In Giappone, come nella maggior parte dei Paesi del mondo, si utilizza correntemente il calendario gregoriano.
L’adozione di questo sistema risale al 1873; prima di allora era in uso il cosiddetto calendario giapponese (o calendario Wareki), di tipo lunisolare e adattato dal calendario cinese.

L’antico calendario giapponese fu istituito nel 604 d.C., anche se già due anni prima si diffuse un sistema di notazione del tempo e delle stagioni proveniente dalla Cina.
In un primo momento il Giappone calcolava il calendario sulla base di diverse operazioni del calendario lunare cinese e, dal 1685, utilizzando varianti proprie di quelle stesse operazioni cinesi.

Il calendario tradizionale giapponese, in quanto lunisolare, teneva conto dei movimenti del Sole e della Luna. In questo sistema si susseguivano dodici mesi lunari, ma quando il ritardo dell’anno solare era troppo lungo si aggiungeva un mese intercalare detto urutsuki.

Con l’adozione ufficiale del calendario gregoriano da parte dell’Impero si iniziarono a contare le nengō, ovvero le ere, ognuna delle quali è associata al regno di un imperatore.
Seppure non più impiegato comunemente, rimane traccia del calendario tradizionale giapponese nella cultura locale per quanto riguarda la suddivisione delle ere e la numerazione degli anni.

 

 

Le ere del calendario giapponese

Terminata l’era Heisei con l’abdicazione dell’imperatore Akihito, attualmente il Giappone si trova nell’era Reiwa, la 248esima della sua lunga storia imperiale. Il nome è stato scelto dal governo tra quelli proposti da un comitato di saggi esperti in storia e letteratura.
L’era è cominciata il 1° maggio 2019 del calendario gregoriano, giorno dell’ascesa al trono dell’imperatore Naruhito, tuttora in carica. Il 2020 corrisponde quindi all’anno Reiwa 2, e la numerazione proseguirà fino a quando l’imperatore resterà al potere.
Secondo questo metodo di calcolo l'anno 1 di ogni era comincia il giorno dell'insediamento del nuovo imperatore e termina con la fine dell'anno, mentre gli altri anni a seguire hanno una durata canonica da gennaio a dicembre.
L'ultimo anno di un’era comincia di regola il 1º gennaio e termina il giorno della morte (o dell’abdicazione) dell'imperatore. Ne consegue che il primo e l'ultimo anno di ogni era siano solitamente più corti rispetto agli altri.
Il capodanno giapponese, tranne negli anni in cui avviene una successione al trono, cade dunque di norma il 1° gennaio.

 

L'anno imperiale

L'introduzione del calendario gregoriano voluta dall'imperatore Meiji nel 1873 fu il pretesto per proporre anche una novità nel conteggio degli anni, che andava ad affiancare il conto delle ere.
Stiamo parlando dell’anno imperiale, il quale aveva come riferimento la fondazione dell'Impero (anno 660 a.C. del calendario odierno), momento dal quale si iniziava il computo. Tale sistema non ebbe però grande successo, tanto che nel secondo dopoguerra, durante l’occupazione alleata del Giappone, fu abolito (1948).

 

I mesi del calendario giapponese

Il calendario giapponese aveva un forte legame con la cultura tradizionale del Paese.
I mesi avevano nomi ispirati all’agricoltura e ai cambiamenti stagionali, ma anche alla religione e ai costumi strettamente connessi al periodo che indicavano. Oggi si utilizzano quei nomi principalmente in ambito poetico, ma se ne fa ancora uso anche nelle campagne dove l’attività agricola è cadenzata.
I termini attuali che designano i mesi sono invece più razionali e la loro traduzione indica semplicemente il “primo mese”, il “secondo mese”, ecc… anche se, curiosamente, la parola che un tempo individuava il dodicesimo mese – Shihasu (o shiwasu) – è ancora molto utilizzata.
Poiché il vecchio calendario giapponese era essenzialmente di tipo lunare (seppure modificato basandosi sul calendario cinese), l'anno cominciava con diverse settimane di ritardo rispetto all’anno moderno, così come le stagioni – strettamente correlate ai cicli agricoli – erano sfalsate rispetto a quelle scandite dai solstizi e dagli equinozi.

Di seguito riportiamo l’elenco dei mesi del calendario giapponese:

  • mutsuki (significa "armonia". Era il primo mese dell’anno e coincideva con il periodo compreso tra la fine di gennaio e febbraio)
  • kisaragi (il mese del cambio d’abito stagionale)
  • yayohi (il mese della crescita dell’erba)
  • utzuki (il mese in cui si pianta il riso)
  • satsuki (il mese dei germogli di riso)
  • minatzuki (il mese senz’acqua)
  • fumitzuki (il mese in cui si scrivono lettere)
  • hatzuki (il mese delle foglie)
  • nagatsuki (il mese lungo)
  • kanatzuki (il mese senza Dei)
  • shimotsuki (il mese del gelo)
  • shihasu (il mese degli affari).

 

I giorni della settimana

La settimana dell’antico calendario giapponese era formata da sei giorni, mentre la settimana moderna corrisponde a quella del calendario occidentale composta da sette giorni, i cui nomi sono mutuati dal sistema latino (dove il riferimento è ai pianeti visibili a occhio nudo); qui si ispirano invece direttamente ai cinque elementi della cultura cinese classica, oltre alla Luna e al Sole.

Questi sono i giorni della settimana giapponese:

  • nichiyōbi => Sole => domenica
  • getsuyōbi =>Luna => lunedì
  • kayōbi => fuoco (Marte) => martedì
  • suiyōbi => acqua (Mercurio) => mercoledì
  • mokuyōbi => legno (Giove) => giovedì
  • kin'yōbi => metallo (Venere) => venerdì
  • doyōbi => terra (Saturno) => sabato.

Nel computo della data, in Giappone ogni giorno del mese ha un proprio nome, la cui composizione classica segue un sistema basato sui numerali giapponesi e cinesi, seppure con alcune eccezioni, anche se oggi è ormai consueto l’utilizzo dei numerali arabi (1, 2, 3, ...).

 

L'oroscopo giapponese

Come nel caso dell’oroscopo cinese da cui deriva, anche lo zodiaco giapponese prevede un ciclo completo di 60 anni a sua volta suddiviso in cinque cicli da 12 anni ciascuno.
Ognuno di questi comprende una serie di anni di nascita e corrisponde a un preciso segno, rappresentato da un animale, caratterizzato da doti o atteggiamenti peculiari che si riflettono nella personalità degli individui nati nelle annate corrispondenti.

I segni zodiacali giapponesi sono, esattamente in questa successione, i seguenti: topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, montone, scimmia, gallo, cane, cinghiale.
Partendo ad esempio con il 1960 (anno del topo), il 1961 è l’anno del bue, il 1962 è l’anno della tigre, il 1963 è l’anno del coniglio, il 1964 è l’anno del drago, il 1965 è l’anno del serpente,  il 1966 è l’anno del cavallo, il 1967 è l’anno del montone, il 1968 è l’anno della scimmia, il 1969 è l’anno del gallo, il 1970 è l’anno del cane e il 1971 è l’anno del cinghiale. Dopodiché il ciclo riparte.
Per chi è nato prima o dopo queste annate, basterà fare il calcolo aggiungendo o sottraendo 12 (o un suo multiplo.
Es. 1960 anno del topo => il 1948 e il 1972 sono nuovamente anni del topo.
1961 anno del bue => il 1949 e il 1973 sono nuovamente anni del bue (e così via a ritroso o in progressione).