Il Calendario Giuliano, spiegato in modo semplice

Il calendario giuliano fu introdotto da Giulio Cesare – da cui il nome – nel 46 a.C.
Fino a quell’epoca gli errori di calcolo del calendario romano, allora in uso, rendevano necessarie periodiche modifiche per mantenere allineate le date dei solstizi e degli equinozi con quelle delle relative stagioni.

Uno dei sistemi più comuni utilizzati era l’introduzione del cosiddetto mercedonio, un mese intercalare di 27 giorni che, solitamente ogni due anni, si andava a sommare al mese di febbraio proprio con lo scopo di mantenere la corrispondenza tra il calendario solare e l’effettiva posizione del Sole. L’uso del mercedonio era comunque arbitrario e a discrezione del pontefice massimo dell’antica Roma; è evidente, dunque, come il sistema non fosse perfetto e come fosse necessaria una riforma adeguata.

Fu così che Giulio Cesare si rivolse all’astronomo Sosigene di Alessandria d’Egitto per elaborare un calendario solare più preciso rispetto al precedente.
Il passaggio al calendario giuliano dovette fare i conti con l’errore di calcolo accumulato nei secoli; per questo si decise di fare durare il 46 a.C. (o anno 708 di Roma) addirittura 445 giorni, introducendo, oltre al consueto mercedonio, anche due ulteriori mesi tra novembre e dicembre. Il 46 a.C. passò quindi alla storia con il nome di ultimus annus confusionis.

 

 

Perché fu introdotto il calendario giuliano?

Con il nuovo calendario giuliano si stabiliva che la durata di un anno sarebbe stata, da quel momento, di 365 giorni, e si istituiva inoltre l’anno bisestile da aggiungere ogni quattro anni, in modo da correggere lo scarto tra l’anno civile e quello solare. Rimaneva tra i due solo una piccola differenza media di circa 11 minuti e 14 secondi, che sul lungo periodo equivaleva a un errore di un giorno ogni 128 anni.
I mesi rimanevano dodici, ma si traslava l’inizio dell’anno a gennaio, diversamente da quanto accadeva prima, quando questo cominciava a marzo.

La relativa accuratezza del sistema fu però minata dai ripetuti errori commessi dai successori di Giulio Cesare, che morì nel 44 a.C.; per alcuni decenni gli anni bisestili vennero infatti aggiunti ogni tre anni e solo Ottaviano Augusto nell’8 a.C. corresse nuovamente il calendario ripristinando il computo esatto.

 

Fino a quando restò in vigore?

Il calendario giuliano rimase in vigore in gran parte del mondo Occidentale fino al 1582, quando papa Gregorio XIII introdusse il >calendario gregoriano per correggere ulteriormente l’errore che si era accumulato, ormai giunto a quel tempo a circa 10 giorni di scarto. In realtà, alcuni Paesi protestanti e ortodossi continuarono a utilizzarlo ancora per secoli, mentre alcune chiese ortodosse lo usano tutt’oggi per il calcolo delle loro festività (es. la Pasqua).