L'orologio e la sua evoluzione
Riuscire a calcolare il tempo nel suo perpetuo scorrere – e successivamente riuscire ad indicare l’ora di un determinato momento – è stata una delle grandi sfide dell’uomo fin dall’antichità.
Se già in Egitto e in Cina quasi 5.000 anni fa si diffuse l’uso della meridiana, sfruttando il semplice principio della proiezione dell’ombra di un bacchetto piantato a terra, nel corso della storia sono stati numerosi gli esperimenti di calcolo del tempo e i tentativi di realizzare strumenti efficienti atti allo scopo.
Visti i limiti della meridiana (che non poteva funzionare nelle giornate nuvolose o durante la notte), furono sempre gli Egizi a inventare un orologio ad acqua attorno al 1500 a.C., composto da un vaso da cui sgocciolava l’acqua attraverso un buco. L’ora era determinata in base alla quantità d’acqua che rimaneva nel vaso. Analogamente, gli antichi greci misuravano il tempo utilizzando clessidre ad acqua.
Successivamente gli arabi perfezionarono quegli stessi strumenti introducendo la meccanica attraverso un sistema di pesi e contrappesi, mentre i bizantini introdussero esemplari ad olio che scandivano il tempo in base alla durata della combustione.
L’orologio meccanico, per come lo conosciamo all’incirca oggi, fu inventato in Europa nel periodo medievale, verosimilmente tra il XII e il XIII secolo, quando iniziò ad essere installato sui campanili delle chiese.
I primi esemplari di orologi mobili che potevano essere indossati risalgono invece al XVI secolo: all’epoca erano portati soprattutto al collo, come ciondoli.
È soltanto nel XVII secolo che venne introdotto il pendolo negli orologi, e sempre in quel periodo le innovazioni tecniche permisero di sperimentare nuove forme e nuovi automatismi, che condussero alla diffusione degli orologi da tasca.
Il primo orologio da polso risale al 1868, momento in cui l’oggetto era ancora rivolto a un pubblico femminile, come bene di lusso accessibile a pochissime donne. Solo all’inizio del XX secolo l’orologio da polso divenne un accessorio anche maschile.
Negli anni Venti l’invenzione degli orologi che sfruttano l’oscillazione indotta elettricamente di un cristallo di quarzo segnò una grande svolta, soprattutto dal punto di vista della precisione, rispetto a quelli puramente meccanici. La loro evoluzione è continuata per tutto il XX secolo, anche se a partire dagli anni Settanta l’introduzione degli orologi da polso con display digitale ha definitivamente cambiato la diffusione di questo oggetto e il modo di concepirlo.
Se l’orologio “classico” con le lancette è ancora potenzialmente considerato un accessorio di prestigio e svolge egregiamente la propria funzione originale, ovvero quella di segnare il tempo, negli ultimi anni questo oggetto ha in parte perso la sua prerogativa in favore di funzioni altamente tecnologiche – o “smart” – con le quali gli utilizzatori possono interagire anche per scopi che nulla hanno a che fare con il tempo.
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