Il Calendario Gregoriano, spiegato in modo semplice

Com’è facile intuire, non c’è sempre stato un modo unico e definito per misurare il trascorrere dei giorni, dei mesi, delle stagioni e degli anni.
Se nell’antichità ci si basava essenzialmente sui cicli della natura e sull’osservazione della volta celeste, con lo sviluppo delle scienze e della civilizzazione si è reso necessario scandire il tempo secondo metodi chiari e inequivocabili per tutti.

Nel corso della Storia ogni civiltà ha trovato le proprie soluzioni.
Giulio Cesare, nell’allora Impero Romano, su consiglio di filosofi e scienziati istituì il calendario giuliano. Era il 46 a.C. e quella riforma rimase in vigore per oltre 1600 anni fornendo uno strumento utile, anche se in parte impreciso, nel calcolo del tempo.

Si giunse, pur con evidenti errori di disallineamento (soprattutto per quanto riguardava equinozi e solstizi), al 4 ottobre 1582, quando Gregorio XIII emanò la bolla papale denominata “Inter gravissima”, che sanciva l’introduzione del nuovo calendario gregoriano.
In un primo momento furono soprattutto i Paesi cattolici ad adottarlo, mentre molti di quelli di fede protestante e ortodossa operarono qualche resistenza per alcuni decenni (talvolta per secoli); successivamente, anche molti Paesi non cristiani decisero il passaggio al calendario gregoriano.

Da allora il suo uso è andato progressivamente diffondendosi fino a diventare il calendario solare ufficiale di quasi tutti i Paesi del mondo.
Oggi utilizziamo il calendario gregoriano in Italia e, come noi, lo usa la grande maggioranza delle nazioni; le uniche che non lo adottano attualmente sono l’Afghanistan, l’Etiopia, l’Iran e il Nepal, mentre altre – principalmente asiatiche – affiancano al calendario gregoriano un proprio calendario locale.

 

 

Perché fu introdotto il calendario gregoriano?

L’intento di questo nuovo sistema di misurazione del tempo era quello di ricercare una maggiore precisione; si mirava infatti a ovviare il problema della progressiva regressione dell'equinozio di primavera dovuta all'imprecisione del calendario giuliano, il quale aveva un conteggio diverso degli anni bisestili che accumulava circa un giorno di ritardo ogni 128 anni rispetto al trascorrere delle stagioni in senso astronomico.
Quando papa Gregorio emanò la bolla nel 1582, il divario presente tra ciò che indicava il calendario giuliano e il calcolo della Pasqua legato al ciclo lunare era di circa 10 giorni. Risultavano così sbagliate non solo le date di inizio e fine delle stagioni, ma anche – era questo, forse, ciò che più interessava al papa – i periodi liturgici legati alla Pasqua, come la Quaresima o la Pentecoste.
Il pontefice incaricò una commissione di esperti di occuparsi della questione: fu il matematico gesuita Cristoforo Clavio a presiedere il gruppo di lavoro, a cui contribuirono anche il medico Luigi Lilio, l’astronomo Giuseppe Scala e il matematico Ignazio Danti basandosi sui calcoli di Niccolò Copernico pubblicati nel 1543.

L’introduzione del nuovo sistema dispose che per guadagnare i giorni persi si passasse direttamente dal 4 ottobre 1582 al 15 ottobre 1582, recuperando in solo colpo i 10 giorni accumulati durante i secoli d’uso del calendario giuliano. Curiosamente si sanciva anche che il 15 ottobre fosse un venerdì, poiché il giorno precedente, il 4 ottobre, era un giovedì. La scelta ricadde su questo periodo perché non vi ricorrevano feste solenni.

Oltre a questo “salto nel tempo”, il cambiamento più significativo fu la nuova regola che stabiliva quali dovessero essere considerati anni bisestili: si decise infatti che, a partire da quel momento, fossero conteggiati come tali gli anni con una numerazione multipla di 100 solo se la loro numerazione sia al tempo stesso multipla di 400.
Per fare un esempio, sono quindi bisestili gli anni 1600, 2000, 2400, 2800, ecc…, mentre non lo sono stati il 1700, il 1800 e il 1900 e non lo saranno il 2100, il 2200, il 2300, né il 2500 e così via.

La regola è comunque rimasta invariata per tutti gli altri anni con una numerazione multipla di 4 (vale a dire, per esempio, il 1604, 1740, 1960, 1996, 2016, 2020, 2024, ecc…), che sono dunque bisestili.
È bene sottolineare come il calcolo operato dal calendario gregoriano non si applica nei secoli precedenti la sua entrata in vigore, lasciando dunque valido e inalterato il calendario giuliano. Per questa ragione gli anni 1000, 1100, 1200, 1300, 1400 e 1500, ad esempio, sono considerati tutti bisestili.

Con l’introduzione del nuovo sistema, ogni quattro secoli si hanno 97 anni bisestili: facendo un rapido calcolo, si ottiene una durata media di un anno del calendario gregoriano leggermente più breve – di circa 10 minuti e 48 secondi – rispetto a quello giuliano.
Il risultato è uno scarto più ridotto rispetto all’effettivo anno solare; il calendario gregoriano va quindi avanti di un giorno ogni 3323 anni e solo nel 4905 sarà eventualmente necessario sopprimere un giorno.

Ovviamente il problema non è risolto in senso assoluto, ma è stato sicuramente fatto molto per migliorare l’efficacia del calcolo; d’altronde gli scienziati hanno valutato come non sia possibile ottenere un calendario perfetto a causa di molteplici fattori fisici che variano sul lungo periodo, come l’orbita terrestre e l’effetto delle maree.
Esiste tuttavia un metodo che sopperisce in parte a questa inesattezza. Viene applicato da alcuni decenni e prevede, secondo valutazioni fatte dagli studiosi, di inserire una piccola correzione mediante il cosiddetto secondo intercalare all’UTC - Tempo Coordinato Universale per riallineare il giorno astronomico e quello civile.

 

Quanto durano i mesi dell’anno?

Come tutti sappiamo, il calendario gregoriano inizia il 1° gennaio per terminare il 31 dicembre e suddivide l’anno in 12 mesi, i quali hanno durate variabili dai 28 ai 31 giorni, per un totale 365 giorni (o 366 nel caso degli anni bisestili).

Nel dettaglio:
Gennaio – 31 giorni;
Febbraio – 28 giorni (o 29 giorni negli anni bisestili);
Marzo – 31 giorni;
Aprile – 30 giorni;
Maggio – 31 giorni;
Giugno – 30 giorni;
Luglio – 31 giorni;
Agosto – 31 giorni;
Settembre – 30 giorni;
Ottobre – 31 giorni;
Novembre – 30 giorni;
Dicembre – 31 giorni.
Totale: 365 giorni (366 negli anni bisestili).

 

Filastrocca sui mesi per i bambini della scuola primaria

Per meglio ricordare questo schema esiste un ritornello popolare che ci aiuta:

Trenta giorni ha novembre
con april, giugno e settembre
di ventotto ce n'è uno
tutti gli altri ne han trentuno.